Superstizioni e sport: come far girare la fortuna dalla tua parte

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Superstizioni, rituali, gesti scaramantici, feticci e talismani. I greci ponevano la fortuna al di sopra addirittura degli dei: nemmeno le potenze dell’olimpo potevano controllare i capricci del fato. La fortuna, si sa, gioca un ruolo nelle nostre vite ma la dea bendata ha un peso importante anche nel mondo dello sport. Per gli atleti, dai più piccoli fino ai campioni immortali, avere la fortuna dalla propria parte è di vitale importanza. La buona sorte può far vincere inaspettatamente una gara oppure proteggere dagli infortuni. I gesti scaramantici nello sport, però, non sono solo rituali propiziatori ma entrano a far parte della routine di un atleta: una sequela di gesti a cui, per molti, è difficile rinunciare.

Rafa nadal superstizioni
Rafa Nadal alla battuta e mentre sistema le bottiglie, gesti diventati iconici

Le superstizioni degli atleti

Il santino sotto i parastinchi di Tardelli al mondiale ‘82 e l’acqua santa di Trapattoni a quello di Corea. Lo stesso paio di mutande indossate da Felipe Massa nelle qualifiche del sabato e nella gara di F1 della domenica. Le bottigliette del campione di tennis Rafael Nadal e i suoi gesti prima della battuta: pulisce la linea, poi la smutandata, sistema le spalline della maglietta (prima la destra poi la sinistra), i capelli dietro l’orecchio sinistro e tocca il naso, poi sistema i capelli dietro l’orecchio destro. Solo sul tennista spagnolo ce ne sarebbero decine da elencare.

Anche un altro grande campione è molto legato ai propri riti prima di ogni gara. Valentino Rossi, per nove volte campione della MotoGP ha tutta una sua sequenza di gesti prima della partenza. Quando è ancora ai box, the Doctor si fa una chiacchierata con la moto: parole misteriose pronunciate solo per lei. Poi si alza, si sistema il cavallo della tuta e si accuccia al lato destro della moto, poi accarezza le pedivelle e rimane fermo qualche secondo. Si rialza, mano destra sul gas e sinistra sul serbatoio e sale in sella. Quando è ancora in pit lane, si mette in piedi sulle pedane, si aggiusta le mutande e parte: concentrato al massimo sulla gara.

Valentino Rossi, accovacciato accanto alla moto prima della gara

La scaramanzia può aiutare se…

In una conferenza stampa, insidiato dai giornalisti sull’argomento, Rossi confessò che accovacciarsi accanto alla moto era un gesto che si portava dalle prime gare giovanili:  “Avevo una tuta in pelle che mi stava stretta e mi accovacciavo per allargarla un po’. Quando ho avuto la prima tuta su misura, non ho più abbandonato quel rituale“. Più che un gesto scaramantico per esorcizzare la sfiga, sembrerebbe una vera routine. Dei gesti rituali che, secondo la psicologa Lysann Damisch dell’università di Colonia, “possono migliorare le prestazioni ma sono diversi dalle superstizioni propriamente dette”. 

Secondo Damisch, quindi, i gesti rituali nello sport “funzionano perché aiutano a concentrarsi sul proprio obiettivo e a rendere più naturali gli atti motori“. Pensate, ad esempio, ai palleggi che fa un giocatore di Basket al tiro libero o al tennista che fa rimbalzare la pallina prima della battuta. Così come i segni della croce o il bacio al campo prima di entrare in una partita di calcio. Sono dei catalizzatori che aiutano l’atleta a concentrarsi: come se da quel gesto, da quel momento, fossero un’altra persona.

superstizione lebron james
Nei suoi anni a Cleveland Lebron James non ha mai mancato di lancio del talco prima del match

Quando riti e superstizioni diventano compulsivi

Certi rituali, però, arrivano al limite della compulsività. Il caso di Rafael Nadal è abbastanza eloquente. Ogni gesto fatto dallo spagnolo in campo sembra studiato e non casuale. I passi misurati per superare le linee sempre col piede destro, le bottigliette, l’asciugamano sulle gambe, fino ai micromovimenti prima della battuta. Sono in molti ad aver visto un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) dietro ai rituali maniacali di Rafa. Non c’è da stupirsi e non c’è bisogno di gridare al feticismo. Il DOC, infatti, rientra nei disturbi d’ansia e le sue sintomatologie si presentano soprattutto in periodi di maggiore stress. 

Inutile sottolineare quanto stress possa portare un match di Wimbledon anche ad un atleta esperto. E no, non bastano tutti i milioni del mondo per alleviare l’ansia, nonostante quello che possiate sentire al bar il lunedì mattina. Le routine servono agli atleti, quindi, per gestire lo stress pre e durante la gara. Una successione di gesti e pensieri che aiutano lo sportivo a concentrarsi sul presente e, quindi, sulla prestazione. Questi gesti devono essere sempre gli stessi: se un atleta affetto da DOC dovesse saltare il rito del tutto o solo in parte, può facilmente convincersi di non poter avere una buona prestazione e compromettere la gara. 

In fondo chi di noi non ha un ‘rituale’ mattutino o una routine da seguire. Da quando scendi dal letto a che esci di casa: la mia giornata, ad esempio potrebbe essere seriamente rovinata se qualcuno mi parlasse prima del caffè.

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