Francesca Schiavone: il rovescio più bello

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Ci sono stati tanti campioni dello sport che hanno raggiunto traguardi importanti, e segnato record indimenticabili. Sono pochi però quelli che con i loro successi hanno realmente scritto pagine di uno sport che non ci stancheremo mai di rileggere. Tra questi ce n’è una, che con il suo rovescio ad una mano, il 05 giugno del 2010 ha lasciato a bocca aperta gli spettatori di Parigi, l’Italia intera e tutto il pubblico del tennis mondiale: il suo nome è Francesca e il suo cognome Schiavone. Per tutti è semplicemente la “Leonessa Schiavo”. Classe 1980 e professionista dal 1998, in carriera ha vinto sette titoli e raggiunto il quarto posto nel ranking mondiale (il punto più alto nella classifica WTA per una tennista italiana) a gennaio 2011. Ma perché oggi amiamo tanto un’atleta come Francesca? Perché semplicemente la Schiavo è una di noi.

Francesca Schiavone

Roland Garros 2010 di Francesca: molto più di una semplice vittoria

Il tennis mi è sempre piaciuto. Soprattutto guardarlo. Sarà che è l’unico sport che mio padre ha praticato da ragazzo, sarà che quel rispettoso silenzio tra gli spalti dei campi da tennis mi ha sempre emozionato, sarà che quel “fifteen all” dell’arbitro detto al microfono nel tacere generale riesce ogni volta ad avere un incredibile tono reverenziale. Sarà forse per tanti altri motivi, il fatto è che ho sempre amato guardare il tennis. È uno sport affascinante, elegante, dove i match si vincono non solo con la forza, ma soprattutto con il cuore e con la testa. Per quelli della mia generazione, e non solo, il tennis femminile italiano, ringrazia ancora oggi Francesca Schiavone. Quello che nel 2010 è riuscita a fare, vincendo il Roland Garros, è stato molto di più di una semplice vittoria.

Sono molti gli Italiani sportivi e non, che ricordano della sua finale vincente a Parigi tanto quanto il triplete dell’Inter nel calcio. E per un paese, l’Italia, dove il calcio domina su tutto, è un grande risultato. Se andiamo su Google, e cerchiamo proprio “Francesca Schiavone Roland Garros 2010”, troviamo tutto: statistiche, dati, numeri. Scopriamo anche che in quella finale, l’australiana Samantha Stosur veniva data favorita sulla Schiavone (rispettivamente 7° e 17° nel ranking mondiale in quel momento). E addirittura alla vigilia del Roland Garros, solo in due avevano puntato sul successo dell’italiana. Quell’anno a Parigi Schiavo fu magica, e match dopo match mise in campo un tennis da standing ovation. Tirò fuori tutto quello che oggi Francesca Schiavone è: determinazione, forza, passione. Il 05 giugno 2010 la Leonessa azzurra vince non solo contro la Stosur, ma anche contro gli scettici che non credevano in lei.

Francesca Schiavone

Schiavo, nothing is impossible

Eppure la Leonessa milanese quella vittoria se l’era proprio immaginata. L’ha sognata, anzi, voluta così tanto quella coppa con inciso sopra il suo nome, che la sera prima decise di farsi anche una sorta di manicure. “Non sono solita prendermi cura di me in questo modo”, disse Francesca in un’intervista. Eppure quella sera, la vigilia della finale, decise che le sue mani avevano bisogno di darsi un tono, perché anche loro dovevano essere perfette nel momento in cui avrebbe afferrato e baciato la coppa. Le telecamere l’avrebbero ripresa, ed era giusto farsi trovare al top. Francesca, che il numero 1 ce l’ha scritto nel cognome, e addirittura in inglese, aveva ragione.

Una finale vinta tecnicamente e mentalmente, un match incredibile, quasi perfetto. Il suo rovescio a una mano, i suoi fans con indosso una maglietta nera con su scritto “Schiavo, nothing is impossible”, e la sua grinta: il trinomio magico di quel giorno. La terra rossa del Roland Garros si colorò di azzurro, e con lei tutti i cuori dei tifosi che lasciò a bocca aperta. “Per alcuni secondi c’eravamo solo io e lei, la mia terra”, disse poi Francesca. Per noi, ci sei sempre stata tu. Se è difficile vincere contro ogni aspettativa, ancora più difficile è riconfermarsi. L’anno dopo, nel 2011, Francesca conquista ancora una volta la finale nello stadio parigino. La sua terra rossa non le regala la vittoria, ma durante quel Roland Garros dimostrò ancora la sua genialità di gioco, confermando di essere entrata nella storia del tennis mondiale con grande merito.

Francesca Schiavone

La Leonessa Schiavone

Con quella sua incredibile vittoria, Francesca è come se avesse tirato una secchiata di acqua gelata al mondo dello sport azzurro. Svegliò tutti, come a dire “ehi, ci siamo anche noi”, diventando l’emblema della crescita e della forza del movimento femminile del tennis italiano. E questo, oggi come allora. Francesca è rimasta sempre la stessa, con i suoi sogni da voler realizzare, la sua passione per il tennis, la sua curiosità e la sua voglia di imparare, conoscere e scoprire. Ma soprattutto con la sua voglia di vivere. È stata ed è, oggi ancora di più, la Leonessa Schiavo, che combatte e che affronta la vita, la guarda negli occhi e la sfida. E quando scende in campo, lotta per vincere. Non punta al pareggio, non punta a provarci, ma punta a riuscirci. Sempre.

“Ho sempre amato quello che ho fatto, e sono fortunata ad avere avuto la possibilità di esprimermi e andare a prendermi il mio sogno”, disse Francesca in un programma Tv dopo il suo ritiro. Sono parole che fanno capire quanto Francesca ha dato al tennis, e quanto il tennis ha dato a Francesca. Ma che fanno anche capire la gratitudine che lei ha nei confronti della sua vita. Una vita che inaspettatamente, un giorno, l’ha messa davanti a qualcosa più grande di lei.

Francesca Schiavone

La vittoria più bella di Francesca Schiavone

Era il 13 dicembre 2019, e con un video di soli 55” sui social, apriva il suo cuore al mondo. “Vi racconto cos’è successo negli ultimi sette mesi della mia vita: mi hanno diagnosticato un tumore maligno. È stata la lotta più dura in assoluto che abbia mai dovuto affrontare. E la cosa più bella è che sono riuscita a vincere questa battaglia. Quando me l’hanno detto qualche giorno fa sono esplosa dalla felicità. Anche oggi vivo di felicità”.

Il tono della sua voce, la sua spontaneità di sempre, il suo sorriso smagliante, i suoi occhi pieni di voglia di vivere. Un insieme di emozioni che solo Francesca Schiavone sa regalare. Ha dimostrato ancora una volta che bisogna sempre lottare per vincere, e che se scendi in campo, devi tirare fuori la tua volee bassa di rovescio più vincente che mai. “La libertà nasce dalla salute, con la salute possiamo scegliere e con la scelta possiamo costruire il nostro percorso. La salute, che grande libertà!”, disse la Schiavone in un video postato durante il lockdown, leggendo suoi pensieri riportati su un foglio di carta. Poche parole ma che arrivano dritte al cuore e che fanno riflettere. Mai come adesso, Francesca ha dimostrato di essere la Leonessa che tanto amiamo.

Francesca Schiavone

La nuova avventura di Francesca: non solo tennis

Così la Leonessa non ha smesso di lottare ed inseguire i suoi sogni, e oggi, a dieci anni dalla sua storica vittoria al Roland Garros, si è lanciata in una nuova avventura.Nasciamo come bistrot. Siamo andati negli ultimi due o tre anni in giro per l’Italia, tra regioni e posticini, assaggiando prodotti, vini, olii, di tutto. Ci siamo detti: perchè non diamo a tutti la possibilità di provare quello che noi abbiamo avuto la fortuna di gustare”. Detto, fatto, ed ecco che nasce “Sifà_Bottega”.

L’ho seguita in TV durante i suoi match, l’ho ascolta ospite durante programmi televisivi, ho letto di lei su articoli di giornale, e la seguo anche sui Social. Ecco, non posso dire “e viceversa”, ma questo non è un problema. Spero un giorno, di poterla intervistare. Vorrei chiacchierare con lei e ascoltare con le mie orecchie tutto quello che avrà voglia di raccontarmi. Magari proprio nel suo bistrot che ha aperto da poco a Milano, sorseggiando insieme un Valpolicella Superiore DOC che lei stessa avrà scelto per me. Forse sto sognando troppo in grande, è vero. Ma come insegna anche lei stessa, sognare non costa nulla e se credi tanto in qualcosa, con passione e tenacia, un giorno ti meriterai ciò che hai sempre sognato. “Schiavo, nothing is impossible”.

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