Abbiamo fatto due chiacchiere con Tommaso Baldasso

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Tommaso Baldasso si definisce un atleta generoso e un po’ scaramantico. Cestista professionista, playmaker della Virtus Roma e ragazzo con i piedi per terra. Abituato a essere più il centro del gioco e meno dell’attenzione. Classe 1998 gioca in giallo-rosso dal 2016, quando viene messo a contratto all’età di 18 anni. Una carriera agli esordi, sogni e obiettivi da realizzare che Tommaso ci ha raccontato a margine di un allenamento.

tommaso baldasso

Da Torino a Roma: professionista a 18 anni

Il Centro Sportivo Tellene si trova a Spinaceto, zona (molto) sud di Roma. È qui che si allena la Virtus Roma e non potrebbe esserci luogo più adatto. A dieci minuti di macchina, nel cuore dell’EUR, c’è il Palazzo dello Sport, sede delle partite casalinghe. La squadra è in stretto contatto con la città: sia i tifosi che persone comuni possono sentire il contatto con la Virtus. Quando gli chiediamo del suo rapporto con i tifosi, Tommaso Baldasso sorride contento: “Ci sono state diverse fasi del mio rapporto con i tifosi ma quando ti sposti qui a 18 anni è un bel salto.

Al giovane play giallo-rosso, cresciuto nelle giovanili di Torino e Moncalieri, c’è voluto un po’ di tempo per ambientarsi. All’inizio giudicato ai limiti della sbruffonaggine per il modo di stare in campo, Baldasso ha dimostrato che la sua sicurezza non era solo di facciata. “Ora ho un bellissimo rapporto con i tifosi e con la città che mi ha accolto. C’è sintonia, unione di pensiero e negli obiettivi.” La salvezza è l’obiettivo della società ma nelle aspettative di Tommaso c’è altro. “Negli anni di contratto che ho qui, voglio continuare a migliorare e arrivare a giocare i playoff.

Tommaso Baldasso professionista con i piedi per terra

Un po’ è il ruolo che lo richiede, un po’ deve essere sicuramente dettato dall’indole del giocatore ma Tommaso Baldasso si definisce un altruista.Mi piace giocare con i miei compagni e cercare di tirare fuori il meglio di loro. Se migliorano loro, miglioro anche io.” Anche durante l’allenamento, il numero 13 non si risparmia. Serve gli avversari, recupera rimbalzi e finalizza. Sempre attento alle indicazioni di coach Bucchi, non risparmia consigli ai compagni, soprattutto agli ultimi arrivati. Atteggiamento concentrato nonostante un clima teso per la lunga pausa imposta dal Coronavirus.

Quando gli chiedo di definirsi come professionista, Tommaso si lascia scappare una risata: “non so se sono la persona più adatta” dice con il suo accento piemontese. Si schernisce, forse pensando di non meritare il titolo di professionista. L’esperienza, però, ce l’ha e questa vuol dire anche sbagliare e sapersi correggere. “Mantenere un equilibrio alimentare, lavorare bene sul proprio corpo: sono aspetti fondamentali del professionismo. Bisogna dare il massimo, sia in allenamento che in partita.” Se pensate che sia una banalità, cercate di mettervi nella testa di un 18enne: “ho appreso queste cose con il tempo e ho ancora molto da imparare, anche dai miei compagni.”

Il futuro del basket italiano?

La pressione e le responsabilità che pesano su un giovane atleta sono molte. Tanti i sacrifici a cui è costretto e l’ansia rimane uno degli ostacoli maggiori. Spesso sentiamo parlare delle scaramanzie degli atleti e Tommaso Baldasso non fa eccezione: “sono ripetitivo e maniacale in certi gesti, sia in allenamento che in partita. Quando sento l’ansia addosso, soprattutto, mi aiutano a scaricarla. Nella mia testa so che questi gesti non mi aiuteranno a concentrarmi. Sono più delle distrazioni dalle paure o dalla pressione.” Aiutano a pensare ad altro, niente di più. Meglio non impazzire troppo dietro la scaramanzia.

Proprio il playmaker della Virtus, fa parte della nuova generazione di cestisti italiani. Quella stessa classe ‘98, argento europeo nel 2017 che segna una speranza di rilancio per tutto il basket italiano. “Che il basket italiano sia in crescita è certo. I risultati delle nazionali giovanili lo dimostrano.” Anche la nazionale maggiore promette una buona stagione di qualificazione olimpica. “Ci sono molte facce nuove in azzurro e un paio di giocatori giovanissimi. Questo è uno stimolo – per Tommaso Baldasso – per tutto il basket italiano.” Compresa la serie A: “il campionato italiano è sempre più competitivo, sono molti i team di alto livello e sono convinto che l’asticella si alzerà nei prossimi anni.” Un auspicio che ci sentiamo di rivolgere sia a Baldasso che agli atleti che si stanno affacciando al professionismo. È a loro che si rivolgono i consigli (modesti) di un professionista: “mai sottovalutare il lavoro in palestra. Verranno momenti di solitudine e tante difficoltà: lavorate su questi ostacoli e ne uscirete più forti.

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